Il nome non lascia alcun dubbio: il “Panettun” ha origini lombarde, più precisamente milanesi.
Sembra che una prima versione del più tradizionale dei dolci natalizi esistesse già nel Medioevo, quando era usanza diffusa, proprio in occasione del Natale, preparare un pane più ricco di quello di tutti i giorni, generalmente a base di frumento, materia prima per l’epoca di gran pregio.
Ma le origini del Panettone sfumano a tratti nella leggenda.
Una, in particolare, ambientata ai tempi di Ludovico il Moro, narra che il cuoco di corte Sforza, predisponendo un importante pranzo di Natale, per un maldestro errore dimenticò in forno il dolce preparato per l’occasione, facendolo bruciare irrimediabilmente. Fu l’intervento dello sguattero Toni a risolvere la situazione, che propose, come dessert alternativo, il pane che lui stesso aveva cucinato con gli avanzi della dispensa: farina, burro, uova, della scorza di cedro e qualche uvetta.
Inaspettatamente il risultato fu un successo senza precedenti fra i nobili commensali, tanto che lo stesso Duca volle conoscere il nome di quella prelibatezza mai provata prima.
Così il cuoco rivelò il segreto, dicendo che si trattava del “pan del Toni”, che poi nel tempo diventò il meglio conosciuto “Panettone”.
Al di là dei racconti leggendari, ciò che è certo è che l’abitudine di consumare pane di frumento a Natale è molto antica.
Ma la nascita e lo sviluppo del Panettone attuale, dalla forma e il confezionamento inconfondibili, sono databili alla prima metà del ‘900, quando Angelo Motta lanciò il tradizionale cupolone e il “pirottino” di carta da forno, quasi a celebrare la crescita e l’importanza di questo dolce senza eguali.
Oggi il Panettone, nei suoi due formati, basso e alto, è esportato in moltissimi Paesi come dolce simbolo del Natale.
Inoltre, dal 2005, è tutelato da un marchio registrato dalla Camera di Commercio di Milano e regolamentato da un disciplinare di produzione che specifica in modo dettagliato ingredienti, dosaggi, fasi di lavorazione, caratteristiche del prodotto finito e relative modalità di vendita, nel rispetto e la valorizzazione dell’antica tradizione artigianale milanese.